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Salute, progetto di legge per la prevenzione delle malattie mitocondriali

Impegno Mitocon e primo passo verso regolamentazione tecniche sostituzione DNA mitocondriale

Le malattie mitocondriali sono un gruppo di patologie rare, ereditarie e complesse. Colpiscono nel mondo 1 persona ogni 4.300. In Italia sono circa 15 mila i pazienti diagnosticati. Non esiste una cura per queste patologie e ogni giorno che passa senza un intervento normativo significa nuove diagnosi senza speranza di prevenzione.

Ciononostante, l’Italia – si legge in una nota – ha oggi un’occasione unica e irripetibile per diventare il primo paese dell’Unione Europea ad adottare una strategia di prevenzione di queste patologie, grazie al progetto di legge a prima firma del Senatore Zullo, un primo passo verso la regolamentazione delle tecniche di sostituzione del DNA mitocondriale nel nostro Paese. Queste tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) permetterebbero infatti di prevenire la trasmissione di malattie mitocondriali dalle madri ai figli, utilizzando il DNA mitocondriale sano di una donatrice.

Mitocon. Mitocon è l’associazione di riferimento in Italia per le persone affette da malattie mitocondriali e per i loro familiari. Fondata nel 2007, Mitocon supporta attivamente i pazienti e promuove la ricerca scientifica. Si avvale di un Comitato Scientifico composto da 16 tra i massimi esperti mondiali di queste malattie. È membro fondatore di International Mito Patients (IMP), network internazionale nato nel 2012, che oggi riunisce 16 associazioni in 11 paesi e 3 continenti.

Le malattie mitocondriali. Le malattie mitocondriali sono causate da disfunzioni dei mitocondri, le ‘centrali energetiche’ delle cellule poiché forniscono loro l’energia di cui hanno bisogno per funzionare correttamente. Sono causate da mutazioni nel DNA nucleare (nDNA) o mitocondriale (mtDNA). Il DNA mitocondriale contiene 37 geni, è situato all’interno dei mitocondri e si trasmette per via materna. Sono oltre 200 le mutazioni identificate all’interno del mtDNA e sono associate ad una grande eterogeneità delle manifestazioni cliniche. Le disfunzioni mitocondriali causano danni neurologici, muscolari, cardiaci, perdita di vista e udito e possono insorgere in età pediatrica o adulta. Per queste malattie ad oggi non esistono cure efficaci a causa della loro variabilità che rende il trattamento una sfida.

Tecniche innovative: la sostituzione del DNA mitocondriale. Poiché le mutazioni a carico del DNA mitocondriale sono ereditate per via matrilineare, cioè solo dai mitocondri presenti negli oociti della mamma, un possibile trattamento per prevenire la trasmissione delle malattie del DNA mitocondriale è rappresentato dall’utilizzo delle tecniche di fecondazione assistita, in cui i mitocondri materni ‘difettosi’ vengono sostituiti con i mitocondri sani di una donatrice anonima, mantenendo intatto il DNA nucleare della madre. Le tecniche di sostituzione del DNA mitocondriale consentono così di ridurre significativamente il rischio che un bambino erediti la malattia dalla mamma.

Queste tecniche vengono già utilizzate in Inghilterra da quasi dieci anni; in Australia nel 2023 è stata definitivamente approvata una legge che ne consente l’utilizzo all’interno di uno studio clinico della durata di 10 anni. In analogia con queste esperienze, in Italia, dal 2022 Mitocon è promotrice di un percorso di advocacy istituzionale che nel 2023 ha portato al disegno di legge n 949 “Delega al Governo per la definizione delle tecniche di sperimentazione della procreazione medicalmente assistita attraverso la sostituzione mitocondriale in donne portatrici di mutazioni del DNA mitocondriale”.

Il progetto di legge. Il progetto di delega al Governo ha lo scopo di prevenire la comparsa di patologie mitocondriali durante lo sviluppo prenatale dell’embrione e del feto. L’esecutivo, entro 12 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento, sarà chiamato ad adottare uno o più decreti legislativi volti a definire le tecniche di sperimentazione della procreazione medicalmente assistita (PMA) attraverso la sostituzione mitocondriale in donne portatrici di mutazioni del DNA mitocondriale.

I decreti legislativi saranno adottati su proposta del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Università e della Ricerca e previo parere dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), del Consiglio Superiore di Sanità (CSS) nonché del Comitato etico nazionale per le sperimentazioni degli enti pubblici di ricerca e altri enti pubblici a carattere nazionale.

La legge delega fissa inoltre i seguenti princìpi e criteri direttivi: ò consentire l’accesso alle tecniche di sostituzione mitocondriale soltanto in caso di accertata impossibilita’ di rimuovere altrimenti le cause della comparsa di malattie mitocondriali durante lo sviluppo prenatale; ò obbligatorietà della ricerca solo su donne con mutazione del DNA mitocondriale nota e debitamente certificata a seguito di diagnosi prenatale nel corso di precedenti gravidanze e, nei casi di infertilità, a seguito di diagnosi preimpianto; ò divieto di manipolazione del DNA nucleare dell’ovocita della donatrice e della ricevente, ivi compresa la pratica della selezione del sesso e di ogni altra caratteristica somatica; ò anonimato della donatrice, consenso informato, sorveglianza sanitaria obbligatoria del nascituro fino alla maggiore età.

L’emanazione dei decreti legislativi sarà inoltre tenuta a individuare il Centro nazionale di sperimentazione tra quelli inseriti nel registro nazionale. Verrà istituito un Tavolo Tecnico con il compito di procedere alla pianificazione degli interventi di sperimentazione in materia di PMA attraverso la sostituzione mitocondriale, presieduto dal Ministro della Salute e composto da un rappresentante designato dall’ISS, da un rappresentante designato dal CSS, da un rappresentante designato dal Comitato etico, da un rappresentante designato dalle società’ scientifiche maggiormente rappresentative di medicina riproduttiva, di genetica medica, di bioetica, di medicina legale, di neonatologia e pediatria, di diritto di famiglia, nonché da tre rappresentanti designati dalle associazioni di pazienti affetti da malattie del DNA mitocondriale maggiormente rappresentative.

Di particolare rilievo, infine, le modalità di comunicazioni informative del Governo da adottare nei confronti del Parlamento, per le quali entro il 30 settembre di ogni anno il Ministro della Salute sarà tenuto a presentare alle Camere una relazione sull’attività del Centro nazionale di sperimentazione sulla PMA.

La dotazione economica prevista è di 5 milioni di euro annui, conferendo così un importante carattere strutturale e di lungo periodo al progetto di sperimentazione.

Da diversi anni Mitocon ha avviato una campagna informativa sul tema della sostituzione mitocondriale, che coinvolge la comunità scientifica, la società civile e le istituzioni. La sensibilizzazione del decisore pubblico è parte integrante di questo processo, in quanto interlocutore interessato alla salute pubblica e titolato a stabilire la legittimità di pratiche mediche innovative.

Il progetto di legge, ancora in attesa di calendarizzazione in Commissione Sanità al Senato, rappresenta – prosegue il comunicato – una straordinaria opportunità per fare dell’Italia il primo Paese dell’UE a legiferare sulla sostituzione mitocondriale.

La situazione di stallo è critica: senza un’azione immediata da parte del Parlamento, l’Italia rischia di perdere questa opportunità storica, lasciando le famiglie italiane senza la possibilita’ di accedere a un’opzione di prevenzione che altri Paesi già adottano.

La sostituzione mitocondriale è una speranza concreta per le famiglie colpite da malattie mitocondriali. Con il progetto di legge Zullo, l’Italia ha l’opportunità di essere all’avanguardia in Europa nel trattamento e nella prevenzione di queste malattie rare, contribuendo significativamente alla qualità della vita delle persone affette e delle loro famiglie.

Fonte: askanews.it

Teva: 140 candidature da tutta Italia e 10 progetti finalisti

Un numero record di 140 candidature ricevute da tutta Italia conferma la grande partecipazione delle associazioni no profit all’edizione 2025 degli Humanizing Health Awards, il premio promosso da Teva Italia, azienda farmaceutica leader nel mercato, per valorizzare i progetti che mettono al centro la relazione di cura. Un risultato che, informa una nota, testimonia quanto il tema dell’umanizzazione della sanità sia oggi più che mai condiviso e sentito su tutto il territorio.

“Ogni anno, gli Humanizing Health Awards ci ricordano quanto sia prezioso il lavoro delle associazioni senza scopo di lucro che operano accanto a pazienti e caregiver con dedizione, ascolto e umanità – ha commentato Giordana Cortinovis, Marketing e Communication Director di Teva Italia. Quest’anno siamo stati colpiti non solo dal numero, ma anche dalla qualità e originalità dei progetti ricevuti, espressione di un Terzo Settore innovativo e vicino ai bisogni delle persone.”

Lanciato a marzo, il bando degli Humanizing Health Awards ha raccolto in poche settimane proposte da enti e associazioni che, ogni giorno, alleviano il percorso di cura di pazienti e caregiver. Dopo un’attenta valutazione dei 140 progetti da parte di quattro comitati interni – composti da una rappresentanza dei dipendenti Teva – e di un comitato esterno – composto da medici, farmacisti, giornalisti e rappresentanti del terzo settore – sono stati selezionati 10 progetti finalisti, 2 per ciascuna delle cinque categorie in gara: patologie oncologiche; patologie pediatriche; caregiver; salute mentale e malattie neurodegenerative; malattie croniche.

Il comitato esterno ha visto il coinvolgimento di figure autorevoli provenienti dal mondo medico, farmaceutico e giornalistico: Giampaolo Cerri, giornalista esperto di temi sociali; Andrea Fanzago, Presidente CSV Milano; Vassilis Martiadis, psichiatra presso l’ASL Napoli 1; Anna Carla Pozzi, Vicesegretario FIMMG Lombardia; Annarosa Racca, Presidente di Federfarma Lombardia; Grazia Sances, neurologa della Fondazione Mondino; Giulio Sensi, giornalista specializzato nel Terzo Settore. I cinque vincitori – uno per ciascuna categoria – saranno decretati grazie alle votazioni di tutti i dipendenti di Teva Italia insieme, per la prima volta, a una rappresentanza di medici e farmacisti iscritti alla piattaforma TevaLab. Una scelta che arricchisce ulteriormente il valore del premio, coinvolgendo attivamente gli operatori sanitari che lavorano per migliorare la salute delle persone. I vincitori saranno annunciati nel corso della cerimonia ufficiale prevista a settembre. Teva Italia ringrazia di cuore le tante associazioni che hanno aderito all’iniziativa e si congratula con loro per l’impegno portato avanti quotidianamente nell’aiutare le persone durante il difficile momento della malattia.

Fonte: askanews.it

Dal 24 al 26 ottobre a Peschiera del Garda

Che tipo di risata hai? Spontanea, contagiosa o intenzionale? Potrai scoprirlo in occasione del V Congresso Italiano di Yoga della Risata, organizzato dal 24 al 26 ottobre a Peschiera del Garda (VR) dall’Istituto Italiano di Yoga della Risata, diretto dai Master Trainer Lara Lucaccioni e Matteo Ficara. Saranno tre giorni di formazione, giochi e risate, aperti a tutti, per scoprire la via più semplice ed economica al benessere.

Nel trentesimo anniversario della nascita di questa pratica, l’evento sarà un’esperienza corale, inclusiva e profondamente trasformativa, pensata per chi vuole crescere, connettersi e ispirarsi. Oltre 40 relatori condivideranno le loro esperienze di successo nelle varie applicazioni: ambito educativo (scuola e bambini), aziende, sociale (anziani), clinico e riabilitativo (malattie neurodegenerative, persone con disabilità, con disturbi alimentari e psichiatrici), spirituale e personale.

Protagonisti d’eccezione saranno i fondatori della pratica: il medico indiano dottor Madan Kataria e sua moglie Madhuri, che interverranno da remoto portando aggiornamenti mondiali su una disciplina basata sull’intuizione rivoluzionaria che tutti possono ridere anche in assenza di umorismo, con innumerevoli benefici terapeutici, comprovati da oltre 700 ricerche scientifiche.
Il Congresso 2025 si distingue per il respiro internazionale, con la presenza di alcuni dei più importanti ricercatori mondiali, tra cui il Master trainer australiano Merv Neal, con aggiornamenti anche dalla sua ultima pubblicazione sulla Oxford University Press, e Fatma Ozlem Ozturk, professoressa associata all’Università di Ankara. In anteprima verranno presentati anche studi e ricerche in corso in Italia.

Fonte: askanews.it

Mendola (CeliachiaFacile): supermercati usano senza glutine come prodotto-civetta

L’adozione da parte della Regione Sicilia della piattaforma Celiachia@RL e dei buoni spesa digitali è senza dubbio un enorme passo avanti – ma non solo per la Grande Distribuzione (GDO), anche i negozi specializzati aspettavano con ansia il nuovo sistema – i vantaggi che invece i celiaci avranno a fare la spesa nei supermercati sono tutti da verificare. “Recentemente – commenta in una nota Michele Mendola, referente regionale per la Sicilia dell’Associazione Italiana Negozi Celiachia (AINC ETS) e founder della community CeliachiaFacile, – su un quotidiano è apparso articolo che invita a preferire i supermercati con il nuovo sistema elettronico, sostenendo che vi sia una maggiore convenienza economica. In realtà, chi frequenta i supermercati sa bene che l’offerta di prodotti senza glutine è molto limitata e la convenienza finale è tutta da verificare”.

L’esperto sottolinea che finora i buoni cartacei hanno limitato fortemente la diffusione dei prodotti senza glutine nei supermercati. “La gestione dei vecchi buoni – spiega Mendola – era molto onerosa dal punto di vista amministrativo, la Grane Distribuzione preferiva non accettarli e vendere solamente quei prodotti che riusciva a trovare sottocosto”.

Con l’arrivo dei buoni digitali, tuttavia, la situazione potrebbe non cambiare: “Il problema di fondo – prosegue – è che i celiaci sono una categoria di consumatori poco appetibile per la GDO: rappresentano appena lo 0,44% della popolazione, in Sicilia ci sono 20mila intolleranti su una popolazione di quasi 4,8 milioni di persone. Per un numero così esiguo di persone, ogni supermercato dovrebbe offrire la variante senza glutine di ogni prodotto: pane, pasta, biscotti, dolci, surgelati, piatti già pronti, prodotti tipici e di stagione”.

I supermercati riescono certamente a offrire dei prezzi più vantaggiosi su quei prodotti gluten-free che rientrano in contratti di fornitura più ampio. “In quel caso potrebbero addirittura essere offerti a prezzi inferiori al costo. Ma questo vuol dire – osserva l’esperto, – che il senza-glutine viene usato come prodotto-civetta: il maxi-sconto serve a attirare il cliente nel supermercato, nella speranza che poi acquisti anche gli altri prodotti a prezzi normali. Sull’intero carrello, la differenza si riduce, quando non si azzera del tutto. Sicuramente, però, il celiaco deve accontentarsi di una gamma di prodotti molto standardizzata”.

Ma oltre alla varietà della scelta, “il vero punto di forza dei negozi specializzati – sottolinea il divulgatore, – è rappresentato dalla varietà della scelta, nella qualità selezionata e nella capacità del negoziante di indirizzare correttamente il cliente, servizi che la grande distribuzione non è in grado di offrire. Chi cerca qualità, attenzione e una scelta ampia e diversificata continuerà a preferire i piccoli negozi specializzati che rappresentano da sempre un punto di riferimento imprescindibile per il mondo senza glutine”. Nella maggior parte dei casi, chi apre un negozio di prodotti senza glutine è egli stesso intollerante, o ha un familiare celiaco . “Questa motivazione personale – osserva ancora Mendola, – si traduce in un servizio che va ben oltre la semplice vendita: il negoziante chiama ogni cliente per nome, conosce le sue preferenze, consiglia nuovi prodotti adatti alle esigenze specifiche, e tiene traccia delle prenotazioni personali, preparando anche anticipatamente la spesa per chi è di fretta”. I negozi specializzati inoltre diventano così luoghi di aggregazione e confronto, vere e proprie community dove i celiaci possono scambiare opinioni, ricette, consigli pratici. “I negozianti o le farmacie con reparti dedicati organizzano eventi anche informativi sulla celiachia, incontri con specialisti e degustazioni per presentare ai clienti nuovi prodotti e sensibilizzare la comunità locale” conclude il fondatore di CeliachiaFacile.

Fonte: askanews.it